Quantcast
Channel: BIANCO SUL NERO
Viewing all 647 articles
Browse latest View live

IANES - ADDIO ALL'INSEGNANTE DI SOSTEGNO? INIZIATIVA DEI DOCENTI PER BOICOTTARE LA ERICKSON!

$
0
0
So benissimo che nella scuola c'è tanto su cui lavorare, molti insegnanti non sono in grado di gestire certe situazioni e sbagliano ad intraprendere questa carriera, altri invece cercano di dare più delle loro possibilità poichè essere insegnante è toccare l'anima dei bambini/ragazzi. Specialmente chi fa sostegno si ritrova a tu per tu con la disabilità ma anche con l'amore più puro che ci sia!
Gli insegnanti di sostegno siamo fondamentali nel nostro ruolo, nella gestione di molti alunni e nel creare quel percorso di crescita che senza dubbi non potrebbe essere semplificato e accessibile tramite l'inclusione e l'integrazione.
Gli insegnanti di sostegno tramite un gruppo fb - hanno diffuso un evento su facebook con il quale comunicano la decisione di boicottare la casa editrice Erickson per protesta contro la sperimentazione in Trentino che prevede l'eliminazione del docente di sostegno.
L'ideatore dell'”evoluzione dell'insegnante di sostegno” è Dario Ianes che ha pubblicato appunto questo libro presso la casa editrice Erickson, da lui fondata.
Questa iniziativa sta avendo seguito anche presso i docenti curricolari che non intendono rinunciare alla preziosa compresenza del docente di sostegno.
Non sarà Dario Ianes con l'ultima sua strampalata idea a smantellarlo! Noi protestiamo e boicottiamo le pubblicazioni della Erickson a partire da oggi! Clicca su “Partecipa” , condividi, pubblicizza l’evento e invita i colleghi!

Conto su di voi, NON POTETE LASCIARCI SOLI, NON POTETE ARRENDERVI O PENSARE CHE SIA GIUSTA UNA EVOLUZIONE DISGREGANTE DELL'INSEGNANTE DI SOSTEGNO!

CLICCA QUI PER PARTECIPARE PER BOICOTTARE LA CASA ED. ERICKSON:

https://www.facebook.com/events/1471853923102434/

SOSTITUZIONE DEI COLLEGHI, DOPPIA RESPONSABILITA' A CARICO DEL DOCENTE DI SOSTEGNO!

$
0
0
La prassi delle sostituzione dei colleghi assenti è stata condannata dal MIUR con le Linee-guida del 4 agosto 2009 parte III, oltre che da circolari di USR e del MIUR (vedi la scheda n° 287. Linee-guida per l'integrazione scolastica degli alunni con disabilità .
A garanzia della responsabilità dei docenti per il sostegno, si suggerisce che, qualora un Dirigente Scolastico invii un docente per il sostegno in altra classe a svolgere supplenze, il docente stesso debba pretendere un ordine di servizio scritto.
Ciò sia per dimostrare di non essersi arbitrariamente spostato dal posto di lavoro, sia per poter dimostrare l'illegittimità del provvedimento.
Quanto alla responsabilità, qualora un alunno della classe di titolarità subisca un infortunio durante l'ora in cui il docente è stato mandato a supplire in altra classe, se manca l'ordine di servizio scritto, il docente formalmente risulta presente nella classe di titolarità e quindi risponde contrattualmente per i danni subiti dall'alunno per responsabilità extracontrattuale per i danni arrecati da un alunno ad altro alunno (art. 2048 del Codice Civile).
Pertanto, qualora il Dirigente Scolastico, o chi lo rappresenta, non voglia sottoscrivere l'ordine di servizio, il docente di sostegno può legittimamente rifiutarsi di eseguire l'ordine poichè esso, oltre che illegittimo, è anche lesivo della sua responsabilità personale.
Se invece il docente riceve l'ordine di servizio scritto dal Dirigente, che, come detto, è illegittimo, dopo averlo eseguito prestando la supplenza, può sempre contestarlo sia a livello sindacale che a livello giurisdizionale.
Ovviamente, in presenza ed in esecuzione di un ordine di servizio scritto, il docente per il sostegno non è responsabile di eventuali danni prodottisi nella sua classe di titolarità, mentre lo è per quelli che si verificassero nella classe ove presta supplenza.

Fonte: Avvocato Salvatore Nocera
Responsabile dell'area Normativo-Giuridica dell'Osservatorio dell’AIPD sull’integrazione scolastica.

NORMATIVA SULL'INFORTUNIO A SCUOLA, COSA C'E' DA SAPERE...

$
0
0
La Circolare INAIL 23 aprile 2003, n. 28, "Insegnanti e alunni di scuole pubbliche e private. Criteri per la trattazione dei casi di infortunio. Aspetti contributivi", regolamenta la disciplina degli eventi tutelati da INAIL occorsi agli alunni di Scuole pubbliche e private.
Innanzitutto, gli studenti sono assicurati soltanto se svolgono le attività indicate all'art. 1 punto 28 DPR n. 1124/1965 -Testo Unico INAIL ("per lo svolgimento di esperienze ed esercitazioni pratiche").
Inoltre, poiché l'attività ludica svolta dagli alunni non è stata, diversamente che per gli insegnanti, finora considerata assimilabile alle esercitazioni pratiche, gli alunni delle Scuole Materne ed Elementari non rientrano in nessun modo nell'ambito di applicazione del Testo Unico.

A differenza degli insegnanti, gli studenti sono una particolare categoria di soggetti che non hanno un rapporto di lavoro e che sono assicurati in via eccezionale, solo per gli infortuni che accadano nel corso delle esperienze tecnico-scientifiche e delle esercitazioni pratiche e di lavoro, con esclusione degli infortuni, come quelli in itinere, non connessi alla specifica attività per la quale sussiste l'obbligo di legge.
La CircolareINAIL 17 novembre 2004, n. 79 chiarisce che, essendo le lezioni di alfabetizzazione informatica e di lingua straniera diventate obbligatorie per gli alunni della Scuola Primaria e della Scuola Media, tali momenti formativi, attuati con l'ausilio di macchine elettriche (videoterminali, computer, strumenti di laboratorio ecc) rientrano nelle esercitazioni pratiche, intese come applicazione sistematica costante e cioè non occasionale diretta all'apprendimento.
Resta fermo che gli studenti sono assicurati solo per gli infortuni che accadano nel corso delle sopra elencate attività, con esclusione degli infortuni non connessi alla specifica attività, per la quale ricorre l'obbligo di legge, come ad esempio gli infortuni in itinere.
Ai sensi della Circolare INAIL 4 aprile 2006, n. 19, gli alunni della Scuola Primaria pubblica e privata (Elementari), oltre che per gli infortuni che si verificano nel corso delle lezioni di alfabetizzazione informatica e di lingua straniera, sono assicurati anche per gli infortuni che si verificano durante lo svolgimento delle esercitazioni di scienze motorie sportive.
È compito della sede INAIL verificare e stabilire se l'evento infortunistico occorso all'alunno rientri nella tutela assicurativa ai sensi del Testo Unico INAIL e delle menzionate Circolari.
In caso di riscontro positivo, l'alunno infortunato può essere sottoposto a visita medico-legale , per stabilire l'eventuale grado di menomazione dell'integrità psicofisica.
È bene far presente che l'assicurazione INAIL non prevede forme di rimborso per spese mediche, accertamenti, protesi, etc. sostenute prima della denuncia e senza la sua autorizzazione.
L'azione per conseguire le prestazioni da INAIL (possibilità di denunciare l'infortunio) si prescrive nel termine di tre anni dal giorno dell'infortunio o da quello della manifestazione della malattia professionale (art. 112 Testo Unico INAIL).
In linea generale, le assicurazioni private (escludendo l'assicurazione per danni provocati da circolazione di veicoli, per cui INAIL può esercitare diritto di rivalsa nei confronti dell'assicurato) rappresentano una tutela complementare alla tutela fornita da INAIL. Pertanto, le due prestazioni assicurative (Assicurazione privata scuola e INAIL) hanno carattere di autonomia l'una con l'altra. 

INSEGNANTI CURRICOLARI IN SUPPLENZA E DOCENTI DI SOSTEGNO SOLI IN CLASSE?

$
0
0
Alcune prassi dei Dirigenti scolastici non fanno altro che svuotare il senso dell'integrazione. Ci avevano provato prima, mandando i docenti per il sostegno a supplire nelle altre classi, abbandonando l'alunno per il quale sono stati nominati. Adesso stanno tentando il contrario, lasciando in classe l'insegnante per il sostegno e mandando a supplire il curricolare. Nominare la com-presenza è contraddittorio. Infatti com-presenza significa presenza in comune; ora, se mandano il docente curricolare in un'altra classe, dove va a finire la com-presenza? Però sono più imbroglioni, perchè parlano di "contitolarità", e questa può essere realizzata anche senza com-presenza. Però si deve opporre a questi imbroglioni, che l'insegnante per il sostegno è nominato solo perchè in quella classe c'è un alunno certificato con disabilità, cioè egli deve occuparsi dell'integrazione dell'alunno in quella classe. Ciò può pure realizzarsi con momenti in cui il docente per il sostegno gestisce da solo la classe; ma deve essere un caso sporadico e programmato; non può divenire occasionale e solo per tappabuchi. In tal modo si lede pure il diritto di tutta la classe ad avere le lezioni di quel docente curricolare che invece va a fare supplenze altrove.I genitori di tutti gli alunni e non solo quelli degli alunni con disabilità dovrebbero ribellarsi, minacciando ( e se necessario procedendo ) a denunciare alla Procura della Repubblica questi comportamenti illegali...

LA NORMATIVA: Chiarisce ogni dubbio la nota del Ministero dell’Istruzione dell’8 novembre 2010, che ribadisce l’obbligo di “provvedere alla sostituzione di detto personale assente temporaneamente, prioritariamente con personale della scuola in soprannumero o con ore a disposizione o di contemporaneità non programmata ed “in subordine, mediante l’attribuzione di ore eccedenti a personale in servizio e disponibile nella scuola fino ad un massimo di 6 ore settimanali oltre l’orario d’obbligo.(…) Nel caso in cui le soluzioni indicate (sostituzione con personale in esubero, con ore a disposizione, con attribuzione di ore eccedenti nel limite delle risorse assegnate) non risultino praticabili o sufficienti, i dirigenti scolastici, al fine di garantire ed assicurare il prioritario obiettivo del diritto allo studio e della piena funzionalità delle attività didattiche, possono provvedere alla nomina di personale supplente in ogni ordine e grado di scuola anche nel caso di assenza del titolare per periodi inferiori a 5 giorni nella scuola primaria, come previsto dall’art. 28, c. 5 del CCNL e a 15 giorni nella scuola secondaria”.
La nota richiama l’attenzione dei dirigenti scolastici “sull’opportunità di non ricorrere alla sostituzione dei docenti assenti con personale in servizio su posti di sostegno, salvo casi eccezionali non altrimenti risolvibili”. I casi che giustificano deroghe riguardano le assenze improvvise dei docenti in mancanza di colleghi a disposizione e prima che possa essere disposta la supplenza temporanea.

QUINDI RIEPILOGANDO SINTETICAMENTE:
Il Miur con la nota 9839 del 8 novembre 2010 ha fornito una serie di chiarimenti sulle procedure da adottare per la sostituzione dei docenti assenti.
La nota conferma quanto avevamo indicato nella nostra scheda sulle modalità di chiamata dei supplenti.
In particolare si precisa che in tutti casi in cui non è possibile sostituire i docenti assenti con personale in servizio (ore a disposizione o disponibilità ad ore eccedenti) si deve comunque procedere alla chiamata dei supplenti senza alcun vincolo sulla durata dell'assenza.
Nella nota si ribadisce anche che non si possono utilizzare i docenti di sostegno, distraendoli dalle proprie attività, per effettuare le sostituzioni. Naturalmente tale regola vale anche per tutte le altre attività in compresenza, di ordinamento o programmate (ITP, contemporaneità ecc.).

INOLTRE: il Tribunale di Firenze, sezione lavoro, con una sentenza del 14 luglio 2010 ha sancito il comportamento antisindacale di un Dirigente scolastico che non ha rispettato le delibere del collegio docenti e la contrattazione d'istituto sulla programmazione delle ore di compresenza nella scuola primaria. 
Il collegio aveva deliberato che tutte le ore non direttamente assegnate all'insegnamento frontale fossero tutte utilizzate "per il recupero individualizzato o per piccoli gruppi di alunni sulla propria classe o su altra classe…" e nel contratto d'istituto era specificato che pertanto "…le parti convengono che si proceda a nomina in sostituzione del personale assente fin dal primo giorno di assenza".
il Giudice ha condannato l'Amministrazione scolastica per la "… reiterata violazione di accordi liberamente sottoscritti..." ordinando alla stessa di "… astenersi da tenere analoghe condotte con rimozione degli effetti prodottisi…", oltre alle spese.
La sentenza conferma così il ruolo della contrattazione e la competenza del Collegio docenti per quanto riguarda il piano dell'offerta formativa.
Nelle motivazioni il Giudice ha anche chiarito che l'entità del finanziamento per le "supplenze" non giustifica la violazione degli accordi sottoscritti.
In questo modo si riconferma perciò che, fatte salvo eventuali situazioni di emergenza, non è mai possibile scindere le compresenze qualora definite per ordinamento (sostegno, ITP, ecc.) o programmate dal collegio docenti.

Ai docenti chiamati a sostituire un collega assente nelle condizioni di cui sopra si raccomanda in ogni caso di chiedere sempre l’ordine di servizio, che consente di rispondere alle proteste di studenti e genitori, di documentare la frequenza con cui la presidenza fa ricorso a tale utilizzo che dovrebbe essere eccezionale e di evitare scuse come quelle addotte da qualche dirigente scolastico secondo cui i docenti della sua scuola aderivano volontariamente alle supplenze cui in realtà erano stati comandati dalla dirigenza.

ASSICURAZIONE INAIL E ASSICURAZIONE PRIVATA... DIFFERENZE E COMPLEMENTARIETA'?

$
0
0
Solo poche categorie di docenti sono assicurate presso l'INAIL; la circolare INAIL n. 28 del 23 aprile 2003 fornisce indicazioni sull'assicurabilità dei docenti; infatti gli insegnanti non sono genericamente tutelati dall'assicurazione INAIL, ma solamente nel caso svolgano compiti e mansioni ai quali l'ente attribuisce un fattore di rischio fra cui:
- quelli che per la loro attività fanno uso, in modo non occasionale, di macchine elettriche, elettroniche o computers, o frequentano laboratori in cui sono presenti le suddette macchine;
- quelli che sono adibiti ad esperienze "tecnico scientifiche";
- esercitazioni pratiche;
- esercitazioni di lavoro e viaggi di istruzione (purchè rientranti nella programmazione del POF);
- educazione fisica e motoria ed attività di sostegno (vedi qui per maggiori informazioni!).

Così nascono le agenzie private che cercano di offrire garanzie sui possibili infortuni a tutti i docenti e a coloro che vengono esclusi dall'INAIL. E' chiaro quindi come la stragrande maggioranza degli insegnanti rimanga esclusa. Così come gli alunni, coperti solamente in determinati ambiti specifici.

Cerchiamo di capirne di più...

L’Assicurazione obbligatoria per gli Infortuni sul lavoro è disciplinata dal D.P.R. 1124/65. Questa copertura, a differenza di un’Assicurazione Privata, è obbligatoria per legge ed’è sempre operativa anche se il datore di lavoro non versa il contributo previsto. Ecco una prima grande differenza con l’Assicurazione Privata che prevede il versamento del Premio per l’attivazione della Garanzia. ’Assicurazione INAIL è obbligatoria per determinate categorie di soggetti (dipendenti, artigiani, apprendisti), mentre l’Assicurazione Privata può essere stipulata da chiunque.
L’Assicurazione INAIL copre esclusivamente gli infortuni avvenuti durante l’orario di lavoro (infortuni professionali), compreso il Rischio in Itinere (infortuni che possono occorrere durante il periodo di tempo necessario a compiere il tragitto casa-lavoro e lavoro-casa), mentre una Polizza Infortuni può coprire, a seconda delle necessità dell’Assicurato, sia gli infortuni professionali che gli infortuni extra-professionali (ovvero occorsi durante il tempo libero, fuori dall’orario di lavoro).

Le prestazioni economiche erogate dall’INAIL in caso di infortuni sul lavoro sono :
  • Un’Indennità giornaliera per Inabilità Temporanea assoluta pari al 60% della retribuzione media giornaliera (calcolata in base a quella effettivamente corrisposta nei 15 giorni precedenti all’infortunio) per i primi 90 giorni e al 75% della retribuzione media giornaliera dal 91esimo giorno fino alla guarigione clinica. L’erogazione dell’Indennità avviene dal 4 giorno successivo alla data di infortunio o di manifestazione della malattia professionale (I primi 3 giorni sono a carico del datore di lavoro).
  • Un indennizzo per la menomazione dell’integrità psico-fisica (Danno Biologico). L’indennizzo viene corrisposto in base al grado di menomazione (desumibile dalla Tabella delle menomazioni) e alla Tabella di Indennizzo del Danno Biologico come da Decreto Legislativo 38/2000. Per i gradi di menomazione inferiori al 6% non sarà corrisposto alcun indennizzo. Per i gradi di menomazione che vanno dal 6% al 15% sarà corrisposto un indennizzo sotto forma di Capitale. Per i gradi di menomazione che vanno dal 16% al 100% sarà corrisposto un indennizzo sotto forma di Rendita. La Rendita, in quest’ultimo caso, sarà composta da una quota che rappresenta l’indennizzo del Danno Biologico e da un’ulteriore quota per conseguenze patrimoniali.
  • Una Rendita ai superstiti che rappresenta una prestazione economica destinata ai familiari di lavoratori deceduti a causa di infortunio sul lavoro o di malattia professionale.
  • Il beneficio una tantum ai superstiti di infortuni mortali. Sono esclusi i decessi avvenuti per malattia professionale. La prestazione viene stabilita annualmente con Decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
  • Un assegno funerario. Anche in questo caso beneficiari saranno i familiari del lavoratore deceduto per infortunio sul lavoro o malattia professionale. L’importo dell’assegno è rivalutato annualmente con Decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
  • Un assegno per l’assistenza personale continuativa. Costituisce un’integrazione della Rendita e viene corrisposto soltanto in alcuni casi.
Invece l’Assicurazione Privata può coprire anche gli Infortuni extra-professionali, certamente esclusi dalla copertura obbligatoria INAIL. In linea generale, le assicurazioni private (escludendo l'assicurazione per danni provocati da circolazione di veicoli, per cui INAIL può esercitare diritto di rivalsa nei confronti dell'assicurato) rappresentano una tutela complementare alla tutela fornita da INAIL. Pertanto, le due prestazioni assicurative (Assicurazione privata scuola e INAIL) hanno carattere di autonomia l'una con l'altra.

104 MOTIVI PER VERGOGNARSI, INSEGNANTI COINVOLTI NEL BLITZ " LA CARICA DELLE 104" - "DOCENTE CORAGGIO" RACCONTA LA SUA STORIA/DENUNCIA

$
0
0
Non avevo l'intenzione di rivelare questa storia, per diversi motivi ho sentito dentro che invece sbagliavo a non parlare, a non raccontare una delle disgrazie della Sicilia che in prima persona mi ha coinvolto lavorativamente e moralmente. Si proprio così,  un "circolo vizioso" che gira intorno alle conoscenze che certe persone hanno verso personaggi con posti di lavoro particolarmente di rilievo, ottenendo così benefici e sconti che altrimenti non potrebbero mai avere! 104 motivi per vergognarsi; anzi, di più... 

La mia disavventura inizia proprio con la richiesta di assegnazione provvisoria interprovinciale nella provincia di Agrigento per l'anno scolastico 2014/15. L'attesa è stata lunga e penosa... dalla presentazione della domanda ai risultati finali dei movimenti e successivamente all'esito del mio ricorso semi-legale.
Sono un docente che ama il suo lavoro, la mia vita ne è parte integrante del mondo scolastico e della disabilità. Sono titolare nella provincia di Catania ma casa mia si trova lontano in provincia di Agrigento... nella parte più interna tra i Monti Sicani, dove risiedono i miei genitori.
Prima di essere un docente sono figlio e capofamiglia dei miei genitori che purtroppo vivono una condizione di malessere e di disabilità... a loro devo molto ma meritano la mia attenzione, il mio interesse in modo da garantire l'assistenza necessaria e donare un po' di serenità e dignità! Così nella mia domanda di assegnazione provvisoria inserisco la legge 104 per avere la precedenza stabilita nel C.C.N.I. e in qualche modo ottenere più possibilità di riuscita nei movimenti.
Dopo tanta attesa l'USP di Agrigento pubblica le assegnazioni provvisorie ma nella graduatoria risultava un errore o svista, la mancata attribuzione della precedenza L.104. Così produco entro i termini previsti il ricorso. Di ricorsi ne seguiranno molti altri ancora, tra cui quello in autotutela preparato dal sindacato ANIEF e poi quello preparato da me (tentativo obbligatorio di conciliazione). Oltre ai ricorsi si è intervenuto recandomi personalmente all'USP di Agrigento e contattando telefonicamente il personale addetto alla mobilità annuale. Nonostante i diversi tentativi c'è stato da parte loro l'intenzione di abusare d'ufficio per salvaguardare la docente ultima in graduatoria e che probabilmente usufruiva di una precedenza speciale chiatata RACCOMANDAZIONE.
L'U.S.P. di Agrigento non pubblica solo le Assegnazioni provvisorie ma anche quelle definitive e i movimenti finali... nonostante i diversi ricorsi e le segnalazioni telefoniche della mancata attribuzione della precedenza, nonostante la loro promessa di rettificare l'errore... noto con stupore che l'errore c'era ancora... eliminandomi successivamente e definitivamente dai movimenti.
Il personale dell'U.S.P. (ufficio mobilità annuale) si è sempre giustificato giocando su un fattore inesistente, nonostante provato da parte mia in modo oggettivo e con certificazioni nella domanda di assegnazione: l'esistenza di un fratello secondo loro non comprovava il carattere di unicità e continuità dell'assistenza, anche se domiciliato con contratto 4+4 in provincia di Milano, anche se con contratto di lavoro a tempo indeterminato!
Insomma capite bene che si inventavano una scusa per ELIMINARMI e aiutare in qualche modo la docente ultima inserita nei movimenti, capirete più avanti il perchè affermo questo!
Non sapevo dove sbattermi più la testa (disperato più che mai), sapevo di essere in regola e di avere tutti i requisiti... sapevo che c'erano posti disponibili e che con la precedenza potevo sicuramente ottenere l'assegnazione vicino casa e aiutare i miei genitori. Pronto anche a rinunciare al mio amato lavoro per aiutare i miei genitori... avevo già preparato la domanda per l'astensione! Dentro di me c'è il fuoco dell'amore verso gli altri... non potevo rinunciare, così ho minacciato l'Usp di querela dopo averne parlato in direttissima con il Provveditore dell'Usp e il suo staff (devo dire che loro mi hanno accolto bene e sono stati disponibili ad ascoltarmi). 
Così dopo diversi ricorsi e le varie lotte, arriva la risposta dell'ultimo ricorso presentato (faccio presente di non aver mai ricevuto una risposta nei precedenti ricorsi, neanche quello effettuato dal Sindacato). Sorpresa! Avevo avinto il ricorso, quindi l'U.S.P è stato costetto a rettificare il 15 di settembre 2014 i precedenti movimenti. Una grande vittoria, a cui non speravo più... ora ero sicuro che l'ultima in graduatoria doveva così tornare nella provincia di titolarità (in prov. di Palermo)... ma guarda il caso nella rettifica avvenuta tramite il mio ricorso faranno spuntare un altro posto... insomma tutti contenti, tra cui un grande regalo a chi è raccomandato! Mi chiedo perchè non aver predisposto prima questo posto libero da destinarsi alle assegnazioni? Perchè la docente in questone non ha avuto una sede lontana ma è stata assegnata a 30 min. da casa sua? Beh volendo i funzionari potrebbero dare sempre una risposta accomodante... come hanno fatto in passato, no?
Ma non finisce qui... dopo qualche settimana leggo una grande inchiesta, tutti ne parlano anche i giornali nazionali e la tv: AGRIGENTO, BLITZ "LA CARICA DELLE 104". Scalpore per il giro di raccomandazioni, bustarelle ecc. per ottenere la L.104 e i benefici... così cominciano a girare i nomi degli indagati... dottori, gente comune, impiegati e ovviamente INSEGNANTI! Ma che fine ha fatta quella insegnante che ritengo raccomandata dal personale dell' U.S.P??? Beh... indovinate???? Risulta indagata anche nel giro delle 104 false, insieme alla madre ex sindacalista!

In questo articolo/denuncia ho di proposito omesso alcune parti della storia per proteggere la mia privacy, inoltre si specifica che questo blog di proprietà del sottoscritto non rappresenta una testata giornalistica, pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. Il blog è pubblicato in base all'art. 19 della Dichiarazione Universale dei diritti dell'Uomo, all'art. 10 della CEDU, all'art. 11 della Carta di Nizza, all'art. 6 del Trattato sull'Unione Europea, all'art. 21 della Costituzione Italiana. La libertà d'espressione fa parte del patrimonio giuridico e morale mondiale.

La mia storia termina qui, a voi i commenti, le opinioni... posso solo dire che grazie al mio fuoco e all'amore che ho dentro sono riuscito a vincere una grande battaglia, donando ai miei genitori un po' di serenità e la dignità che meritano! 
Che giustizia sia fatta e che il destino mi porti a presentarmi in qualche modo come parte civile se ci sarà un processo per il blitz condotto dalla DIGOS nella provincia di Agrigento per il giro delle 104 false!
Ringrazio tutte le persone che mi sono state accanto, che mi hanno consigliato e che non mi hanno mai lasciato solo nelle mie richieste di conforto e aiuto!

RICHIESTA PER ACCEDERE AI DOCUMENTI AMMINISTRATIVI PER LA RIDUZIONE ORE SOSTEGNO

$
0
0
Ormai siamo abituati  a vedere le ore dei nostri ragazzi e alunni ridursi per i tagli, per la mancanza di fondi alla scuola... capita però che le scuole possono produrre "errori" per noi "orrori" verso un diritto!

Molte sentenze da parte del TAR annullano la decisione dell'Ufficio Scolastico Regionale di assegnare un numero di ore di sostegno inferiori a quelle indicate nella Diagnosi Funzionale e richieste nel PEI (Piano Educativo Individualizzato); qundi per molti casi esso rappresenta un annullamento del taglio delle ore, operate dall'Ufficio Scolastico Regionale, per «difetto di motivazione» ed è questa una delle ragioni tipiche di annullamento per eccesso di potere, che riguarda tutti gli atti amministrativi.
Per un buon ricorso allora bisogna reperire molti documenti e non solo un avvocato o associazione che si conduca verso questo percorso! Allora ho pensato di reperire sul web un modulo per la RICHIESTA PER ACCEDERE AI DOCUMENTI AMMINISTRATIVI che riguardano il vostro bambino (vedi qui per le norme che regolamentano questo diritto http://www.governo.it/Presidenza/DICA/4_ACCESSO/).

Vi basterà compilarlo e inviarlo per raccomandata con ricevuta di ritorno, ricordatevi di conservarne anche copia della richiesta. 

Nel modulo potrete richiedere i seguenti documenti:
1. Copia dell’ultima certificazione scolastica (ex D.P.C.M. 185/06) recante l’accertamento della necessità dell’insegnante specializzato;
2. Copia dell’ultimo Piano Educativo Individualizzato (P.E.I.);
3. Copia dell’ultimo Profilo Dinamico Funzionale;
5. Copia estratto del verbale del GLH con richiesta, per l’alunno/a, di un insegnante di sostegno per l’intero orario di servizio settimanale del docente (rapporto 1:1) o, comunque, in deroga alle dotazioni organiche provinciali.
6. Copia della richiesta, da parte dell’Istituto Scolastico nei confronti dell’Ufficio Scolastico Regionale, delle ore di sostegno per il corrente anno scolastico.
7. Copia del provvedimento, emanato dall’Ufficio Scolastico Provinciale o Regionale, di assegnazione all’Istituto Scolastico del monte ore di sostegno per l'anno scolastico in corso.
8. Copia del Provvedimento dell’Istituto Scolastico di assegnazione delle ore di sostegno didattico all’alunno/a

CLICCA PER VISUALIZZARE O SCARICARE IL MODULO:

ALUNNO DISABILE SI TRASFERISCE? CON LUI ANCHE IL DOCENTE DI SOSTEGNO!

$
0
0
La normativa in materia va ricercata in precedenti circolari. Una tra queste, emanata dall’USP di Bari (Prot. n. 5628, II-III Bari - 31.10.2008), ha affrontato direttamente la questione:

  1. ....in caso di trasferimento di alunni disabili in comuni diversi da quello in cui è sita la scuola di partenza, gli stessi non potranno usufruire del sostegno perché non è possibile istituire ulteriori posti, né risulta possibile trasferire il docente già assegnato all’alunno nella scuola di partenza. 
  2. In caso di trasferimento di alunni portatori di handicap in scuole dello stesso comune, invece, verrà contestualmente trasferito, per il corrente anno scolastico, sia il posto e/o le ore, sia il docente a tempo indeterminato o a tempo determinato assegnato all’alunno disabile.
Nel caso di trasferimento dell’alunno in scuole di comune diverso sarà , comunque, sempre possibile verificare da parte delle SS.LL. la disponibilità dell’insegnante assegnato all’alunno a seguirlo nella scuola di arrivo, solo in tal caso verrà trasferito anche il posto. 

(Fonte: Disabili.com).

"QUIX TABELLINE 1.2.", UN APP PER IMPARARE LE TABELLINE!

$
0
0

Quix-Tabelline-1
 
Quix Tabellineè l’app per bambini per studiare e ripassare le tabellineCon Quix Tabelline, la matematica diventa un gioco: a scuola, in famiglia, a casa, con gli amici è sempre il momento giusto per giocare e divertirsi imparando.

Nella nuova versione troverete
* Nuovi personaggi animati 
* Suoni e musiche di sottofondo 
* Possibilità di rimuovere la pubblicità
* Possibilità di allenarsi su una tabellina specifica

App, gratuita per iPad/iPhone, consente di:

* Verificare il livello di conoscenza delle tabelline in maniera giocosa e divertente.
* Fare partite veloci per imparare e ripassare le tabelline per bambini.
* Scoprire insieme al tuo bambino quali sono le tabelline e le operazioni sulle quali ha più difficoltà e quali conosce meglio attraverso le statistiche.

Info: 

"ESSEDIQUADRO", SERVIZIO DI RACCOLTA SOFTWARE E RISORSE DIGITALI PER L'APPRENDIMENTO

$
0
0
Essediquadroè un servizio sperimentale di documentazione e orientamento sul software didattico sviluppato dall'ITD - Istituto per le Tecnologie Didattiche in convenzione con il Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca a partire dall'anno 1999. 
Si tratta di un servizio gratuito integralmente fruibile in rete, principalmente orientato ai bisogni dei docenti in servizio e in formazione. Essediquadro offre una serie di analisi relative al software disponibile in vari settori disciplinari (prodotti commerciali, liberi ed Open Source, questi ultimi direttamente scaricabili dal sito), proposte di percorsi didattici che contemplano l'uso di software, una documentazione delle esperienze didattiche più significative e un servizio di consulenza a distanza. Sito molto utile, ricco di informazioni, link, materiali... 

CD-ROM CON MATERIALI OPERATIVI PER LAVORARE CON GLI ALUNNI CON B.E.S.

$
0
0
Vi sono strumenti e materiali che possono essere utili. Le scuole sono chiamate a progettare percorsi di insegnamento personalizzato, come previsto dalle direttive sugli alunni con Bisogni Educativi Speciali
In aiuto arriva un CD di materiali operativi da scaricare per lavorare con gli alunni BES in un’ottica inclusiva, frutto del lavoro di ricerca/azione condotto da un Equipe di docenti della Direzione Didattica 3° Circolo Sanremo (IM).
Nel CD ci sono materiali cartacei e multimediali per lavorare nel piccolo e nel grande gruppo in forma ludica, quindi motivante.
I materiali sono rintracciabili per tipo di competenza da potenziare, tramite un menu a tendina. Molti materiali sono manipolativi, nel senso che sono da stampare e ritagliare, magari plastificandoli per una più lunga durata.


Il CD è scaricabile clicca qui sotto:

scarica il CD

(Fonte: http://www.maestrantonella.it/ ).                                                                                                                                         






"CANTIAMO INSIEME L'ORTOGRAFIA", RISORSA WEB PER IMPARARE CANTANDO!!!

$
0
0
"Cantiamo insieme l'ortografia"è una risorsa web davvero interessante. E' una specie di ebook online dove ci sono diversi testi dotati di musica. I testi sono specifici per memorizzare alcune regole ortografiche e ricordare alcuni suoni difficili... molto bello da utilizzare con la lim!!!

I testi accompagrati con la musica sono 4:
1) La tartaruga, per imparare le doppie;
2) Il ballo del qua qua, per imparare l'uso dell'accento;
3) La figlia del Re di Castiglia, per imarare il suono "GLI";
4) Il pesciolino Mario, utile per imparere le paroline della famiglia "Acqua".

Da provare!!!

DIVISIONE IN SILLABE, STAMPA LE SCHEDE CON LE RELATIVE SOLUZIONI

$
0
0

DSA E BES, FAMIGLIE IN RIVOLTA VERSO GLI INSEGNANTI . CONSIDERAZIONI PSICO-PEDAGOGICHE

$
0
0
I DSA sono stati oggetto di interesse fin da subito, da quando sono entrato in classe non mi sono solo occupato dei bambini con disabilità ma nella mia esperienza quasi decennale, rientrano anche i bambini e ragazzi con DSA e BES.
Il mio interesse nasce anche dalla componente emotiva di questi bambini, che purtroppo sono segnati dall'insuccesso scolastico e dalla poca capacità di alcuni docenti di mostrare empatia e mettere in atto strategie alternative. Nasce anche il problema delle certificazioni che vanno verso i DSA e i BES nonostante potrebbe esserci anche una componente che fa paura:  la disabilità! Eppure la "comorbilità" esiste...  Cosa può accadere se invece un bambino ha una disabilità non accertata ma presenta solo una certificazione di DSA?
Aiutarli non è facile, si tratta di entrare in contatto con la loro pià intima personalità, di percorrere insieme un persorso educativo non facile ma importante per loro e per le famiglie!
Cosa significa avere un disturbo come i DSA o i BES? Come ci si può sentire quando un docente non comprende l'efficacia di strategie compensative? Molti altri quesiti nascono e si ripetono nei gruppi su facebook... tale fenomeno è in crescita, il malcontento implica sicuramente maggiore attenzione a questa situazione, non è altro che una sfida educativa per una scuola priva molto spesso di aiuti e strumenti!
A queste domande precedenti si aggiungono molte altre... come il ruolo della famiglie che più che mai affida totalmente questi ragazzi alla scuola; la mancanza di competenze, in ambito familiare, sul disturbo e gli errori pragmatici sul linguaggio adottati per definirlo... Per molti i DSA e BES non sono altro che una semplice CARATTERISTICA...cosa ben diversa nel dire che va trattata come una caratteristica...è tutta un'altra cosa!
Una persona con DSA per me è una persona qualunque che ha un problema di apprendimento, nonostante ciò basta menzionare "bocciatura" che sembra qualcosa di impossibile e contro la legge, basta una nota per considerarla come una violenza psicologica e mai come comunicazione o un segnale verso l'attivazione della famiglia... se si usa una terminologia medica o corretta si viene accusati di essere docenti poco inclini verso la sensibilità e la competenza, senza sapere che minimizzare porta soltanto a cancellare quei diritti ottenuti dopo anni di lotte, oltre al fatto che i ragazzi così non raggiungeranno mai un auto-consapevolezza di sé, utile per compensare... Come se i DSA e i BES siano inattaccabili, come se non presenterebbero attegiamenti uguali a chi non raggiunge gli obiettivi, nonostante venga messo in atto tutto l'occorrente.
Voglio sottolineare come molti insegnanti ai collegi dichiara di essere in difficoltà. Sicuramente dovrebbe essere messo in atto tutto ciò che è necessario per ragazzi con difficoltà di apprendimento ma molti docenti lamentano delle difficoltà incontrate... voi conoscete un bambino o ragazzo con DSA uguale ad un altro? Se in una classe ci sono 25 bambini come fa questa insegnante tra DSA e BES, DISABILI a mettere in atto per tutti gli strumenti compensativi? Ogni bambino ha esigenze diverse con difficoltà differenti questo significa che non tutti i materiali predisposti sono utili allo stesso modo e con la stessa efficacia... come facciamo? Dov'è l'ASL? Perchè non mettono in atto progetti di supporto verso alunni e insegnanti, coinvolgendo i genitori?
Tutti ad infierire sugli insegnanti che quando sbagliano per tentativi ed errori... semplicemente vengono considerati non preparati... senza mai porre l'accento su "il contesto" scolastico e il gruppo classe... eppure nella sperimentazione psicologica "il contesto"è una variabile importante da non sottovalutare... è la prima cosa che fanno apprendere nelle università ... ma nessuno ne parla nei famosi corsi di formazione...
Nei corsi di formazione la prima cosa che affermano è che non ci dobbiamo aspettare "la bacchetta magica" eppure si pretende, dove ogni insuccesso del bambino è esclusivamente colpa del docente. Voi genitori non fate fatica per eseguire in compiti a casa? Pensate a noi docenti in classi di 25 alunni con ognuno una sia specifica necessità... mi piacerebbe invece che gli specialisti mostrassero le tecniche che ci consentirebbero di aiutare maggiormente i nostri alunni e non un elenco di errori, non soltanto accuse pesanti e diffamazione contro la categoria... poichè gli errori vanno non sottolineati ma cancellate con le BUONE PRATICHE... Le difficoltà devono rendere forte... e questa forza la si deve usare per diffondere le buone pratiche e le tecniche che rendono grandi le persone poichè regalano una SECONDA VITA ai nostri cari alunni...

Da anni combatto la disinformazione, da anni mostro che non tutti gli insegnanti sono privi di competenze, anzi c'è chi lotta ogni giorno per ottenere anche un minimo miglioramento nei nostri alunni. La scuola, così amata e così odiata ma nessuno si occupa di cercare di ripartire da qualche parte, per esempio da noi stessi dal ruolo di docenti e dal ruolo di genitori e dal ruolo di specialisti... E' una lotta quelli degli adulti per mostrare di essere sempre in ragione, è una lotta a colpi di diffamazione senza badare al riscontro patetico e senza fini verso gli altri, bisognosi non di polemiche ma di SUPPORTO....

Ma allora la colpa dell'insucesso, evidenziato dal malcontento di molti genitori, di chi è? E' solo colpa della scuola? Oppure di un sistema "deformato" privo di rete collaborativa e di un contesto complesso? 
A voi le considerazioni finali...



Carmelo Di Salvo.

SEI UNITA' DIDATTICHE PER IMPARARE IL CONCETTO DI DECINA, SCARICA LE SCHEDE!

$
0
0
I bambini quando imparano i numeri, li enunciano come se fossero un continuum, perché non hanno appreso ancora la struttura inerente al nostro sistema numerico, costituito da gruppi di decine, centinaia, migliaia e così via. Aiutarli in questo percorso cognitivo significa condurli passo dopo passo verso un concetto astratto, e la maniera più semplice per farli imparare è partire da esempi pratici. Vediamo allora come spiegare la decina ai bambini
Per avvicinare i nostri piccoli al concetto delle decine possiamo ricorrere a pratici esercizi di calcolo, usando oggetti presi dall’ambiente che ci circonda, per esempio fagioli o dei sassolini. Inizieremo spiegando e mostrando loro che se abbiamo tantissime cose, la maniera efficiente di contarle è in gruppi, non individualmente. Mettiamo due belle manciate di fagioli sul tavolo, e raggruppiamoli in mucchietti da 10 pezzi cadauno. Contiamo quanti gruppi da 10 pezzi abbiamo disposto sul tavolo e tutti i fagioli presenti sul tavolo singolarmente. In questa maniera, i bimbi vedranno che avremo ottenuto la stessa somma e si accorgeranno quanto sia più veloce e semplice contarli per gruppi o decine piuttosto che per unità.  
Si può proseguire così sempre con esempi anche per il concetto dei multipli della decina: prendiamo una quantità di fagioli differente rispetto al primo gioco, raggruppiamoli in mucchietti da 10 cadauno e lasciamo qualche fagiolo sciolto, a parte. Contiamo sia i mucchi da dieci e quelli singoli. Così facendo, introdurremo le parole ventina, trentina, quarantina ecc.. I bambini dovranno iniziare a comprendere il concetto di “gruppo”, “mucchio” o “blocco” che la decina identifica. 

Ecco anche alcune schede che vi aiuteranno a far apprendere questo concetto non semplice per i bambini...
Scarica il materiale in pdf cliccando sulle immagini:



SPIEGAZIONE DEI SIMBOLI USATI




UNITÀ DI INSEGNAMENTO UNITA' E DECINE




PRIMA UNITÀ DI ESERCITAZIONE CON
UNITA' E DECINE



SECONDA UNITÀ DI ESERCITAZIONE CON UNITA' E DECINE





TERZA UNITÀ DI ESERCITAZIONE CON
UNITA' E DECINE



QUARTA UNITÀ DI ESERCITAZIONE CON
UNITA' E DECINE




QUINTA UNITÀ DI ESERCITAZIONE CON
UNITA' E DECINE



SESTA UNITÀ DI ESERCITAZIONE CON
UNITA' E DECINE




PREGRAFISMO, CREARE SCHEDE CON LETTERE TRATTEGGIATE!

$
0
0
Hand writing for kidsè un sito in inglese (ma utilizzabile in qualunque lingua.) che offre una particorare risorsa didattica! La sua particolarità è quella di aver un'applicazione che in pochi passaggi crea una pagina A4 con le parole tratteggiate da ripassare.
Compitale il form con le parole desiderate in minuscolo e/o maiuscolo, cliccate su Submit e mandate direttamente in stampa la pagina visualizzata.
Davvero molto utile!  Ecco un esempio:

TECNICHE EDUCATIVE PER IL DISTURBO OPPOSITIVO PROVOCATORIO

$
0
0
Il Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP) è una patologia neuropsichiatrica dell’età evolutiva, caratterizzata da una modalità ricorrente di comportamento negativistico, ostile e di sfida, che però non arriva a violare le norme sociali né diritti altrui.
E’ inserita nella categoria dei Disturbi da Comportamento Dirompente, e viene  distinta dal Disturbo della Condotta (DC) e dal Disturbo d’Attenzione Iperattività (DDAI), per i quali bisogna eseguire una diagnosi differenziale.
Spesso tra normalità e patologia c’è un confine molto sottile, che diventa quasi invisibile quando si analizzano dei bambini.
La psicopatologia può essere definita come una perdita, o un mancato sviluppo, di quelle competenze e abilità che normalmente sono presenti in una certa fase dello sviluppo. 
E' proprio prima dell’ingresso a scuola che cominciano a comparire i sintomi del disturbo ed è per questo che, in genere, risulta molto difficile identificarli, tanto che possono anche trascorrere degli anni prima che il problema venga identificato.

Tutti i bambini possono essere scontrosi e capricciosi, però nei soggetti con il DOP queste caratteristiche si presentano amplificate tanto da arrivare a compromettere, in maniera significativa, il loro inserimento sociale. La loro è un’ostilità continua e persistente, non rispettano le regole, hanno eccessi d’ira di fronte ad obblighi e divieti, ed appaiono infastiditi da chi li circonda. Prendersene cura è molto difficile, sono causa di stanchezza, di scoraggiamento e di frustrazione per chiunque cerchi di instaurare con loro un rapporto.

Come aiutarli ad uscire da questo stato di disagio?
La parola d’ordine, di un buon intervento educativo e psicologico, dovrà essere “comprensione”.
Sono bambini che non vanno curati, né cambiati, ma prima di  tutto capiti.
Con i loro comportamenti sembrano volerci allontanare, ma se ce ne  andiamo soffrono di solitudine.
Bisogna cercare, allora, di superare le barriere  che ci separano dal loro mondo, capire la causa del loro male interiore.
Forse sono ostili perché cercano di difendersi, a causa di traumi che li hanno  portati a diffidare degli altri, oppure vogliono attirare l’attenzione, perché hanno  bisogno di comunicare i loro problemi e non conoscono altro canale che  l’aggressività.
 
Cosa pensano i bambini DOP? Come valutano se stessi e le loro azioni? Sono  contenti del loro modo di essere o vorrebbero cambiare? 
Chi è estraneo al mondo della neuropsichiatria infantile, di fronte alle condotte  prepotenti e aggressive dei soggetti oppositivi e provocatori, è portato a dare  giudizi che però spesso sono lontani dalla verità.
Certo non è difficile cadere in errore perché, osservando il modo in cui questi  ragazzini si relazionano con gli altri, si può facilmente credere che essi provino  piacere nel suscitare il pianto dei compagni, nel portare gli insegnanti all’orlo  della disperazione, nel creare scompiglio e nel rompere tutto ciò che capita loro  a tiro.
 Si pensa che essi siano fieri di se stessi, che godano nell’essere temuti dagli altri,  ma sta proprio qui la nostra cecità, nell’essere incapaci di andare con lo sguardo  oltre le immagini apparenti, per cogliere il nocciolo della loro sofferenza.

Il soggetto affetto dal DOP non vive una vita felice e serena, non è contento del  suo modo di essere e si duole per le opinioni che le altre persone hanno di lui.
L’immagine che ha di sé è molto svalutante, si considera un incapace, indegno  dell’amore altrui e crede che nessuno mai gli potrà essere amico.
Si sente  rifiutato, ma sa di essere lui stesso la causa del suo isolamento e così sviluppa  livelli molto bassi d’autostima e spesso anche dei Disturbi dell’Umore.
Come sostiene Patterson, spesso, questa bassa considerazione che il bambino  oppositivo provocatorio ha di se stesso, nasce proprio nell’ambiente domestico.
Il rapporto che questi soggetti hanno con i loro parenti è molto complesso, si  tratta di una sorta di coercizione reciproca che, alla lunga, tende a sgretolare  l’unità familiare.

Sono gli stessi genitori ad attribuire ai loro figli delle etichette, a definirli  “insopportabili”, “aggressivi”, “terribili”. Queste espressioni che possono essere  dettate da un momento di collera, se ripetute più e più volte, vengono  interiorizzate dal bambino, diventando delle auto-asserzioni negative che egli  ripeterà a sé stesso ogni qual volta si sentirà abbandonato da qualcuno.
Se qualcuno gli si avvicina per instaurare un rapporto, anziché esserne felice, si  mostra diffidente e reagisce con il suo repertorio di comportamenti ostili, come a  voler mettere alla prova le intenzioni del suo interlocutore.
È come se gli chiedesse “Mi vuoi bene anche se ti dimostro che non valgo niente, anche se ti faccio vedere che mi sono preso gioco di te? Mi vuoi bene anche se io stesso sono sicuro di essere un buono a nulla, e sono certo che nessuno mi potrà mai amare?”.

Il soggetto DOP, quindi, è convinto che anche chi cerca di avvicinarsi a lui in  veste d’amico, chi dice di volergli bene e di volerlo aiutare, alla fine, imparando  a conoscerlo cambierà idea e lo lascerà nuovamente solo, quindi è bene mettere  subito alla prova queste persone, verificare il loro grado di sopportabilità, perché  tanto anche loro impareranno ad odiarlo ed è meglio che questo accada prima  che egli si illuda di poter ancora ricevere affetto.
Modificare il comportamento intervenendo sulle  conseguenze: punizioni e rinforzi. Per far sì che le provocazioni, l’ostilità e gli atteggiamenti aggressivi del DOP  vadano estinguendosi, è necessario fare in modo che il bambino incomba in  delle conseguenze negative ogni qual volta faccia ricorso a tali comportamenti.
Esistono dei metodi, utilizzabili sia in un contesto scolastico che familiare, che  permettono di “punire” il bambino in maniera intelligente, evitando cioè di fare  ricorso a castighi rigidi e rimproveri umilianti, che potrebbero produrre effetti  indesiderati.
 
Alcune di queste strategie consistono nel:
-    Premiare i comportamenti positivi, anche piccoli ma che conducono alla condotta desiderata e allontanano da quella indesiderata
 -    Preferire i premi per i comportamenti positivi (anche piccoli) alle punizioni
-    Evitare le prediche
-    Preferire sempre la perdita di un privilegio (es. uscire o guardare la tv) alla punizione (es. fare qualcosa di spiacevole)
-    Scegliere le punizioni solo per comportamenti molto gravi (esplicito danno verbale o fisico agli altri) e solo se si è provato tutto il resto.
-    Decidere tre regole che tutti dovranno tenere in casa o a scuola (scegliere: “parlare a voce bassa” piuttosto che “non si grida”)
-    Se si decide di rimproverare farlo con poche e specifiche parole es. “avevamo stabilito questa regola, tu l’hai infranta, quindi, come avevamo stabilito ti tocca rinunciare a questo”.
-    Se si decide di punire NON usare mai la violenza fisica (sempre bene ribadirlo) perché non facciamo che peggiorare la situazione oltre che fare un grave danno al bambino.
-    Se si sceglie di premiare o in alternativa, togliere un privilegio, questo deve essere fatto subito.
Se si lascia passare troppo tempo l’effetto sul comportamento svanisce.
 -    Essere sempre chiari e leali.
-    Ricordarsi di dare il “buon esempio”. Siamo il suo principale modello. Una risposta stizzita o aggressiva non fa che rinforzare il comportamento oppositivo del bambino.
-    Attenuare l’esposizione agli antecedenti che normalmente conducono a comportamenti oppositivi.
Ricercare le condizioni che attenuano i comportamenti indesiderati.
- Rimproverare in privato o comunque in modo tale che non possano udire  terze persone.
La punizione non dovrà servire a formulare giudizi, ma dovrà  limitarsi a descrivere il comportamento indesiderato in maniera obiettiva.  Al bambino verranno spiegate le motivazioni che rendono sbagliata tale  condotta, verranno suggerite modalità comportamentali alternative e  verranno indicati i vantaggi derivanti dalla loro messa in atto.
- Ignorare le “esibizioni” del bambino, ossia rimuovere il rinforzo derivante  dall’attenzione degli “spettatori”.
 - Punire attraverso il Timeout ossia attraverso il trasferimento del bambino in  un luogo in cui siano inaccessibili i rinforzamenti positivi, come l’attenzione,  l’approvazione dei pari, i giocattoli ed altri oggetti interessanti.
Questo luogo potrà essere il corridoio di casa, un angolo della stanza, o  semplicemente una sedia, l’importante è non scegliere mai spazi che  potrebbero infastidire il bimbo più del dovuto, come zone buie o confinate.
È bene ricordare, inoltre, che è sufficiente un tempo di appena tre, quattro  minuti, e che aumentare tale periodo con lo scopo di rafforzare il valore della  punizione è solo controproducente.
- Sorprendere il bambino con reazioni impreviste.
Questa strategia, proposta  da Fiorenza e Nardone serve, in particolare, per fronteggiare gli  atteggiamenti provocatori attraverso comportamenti stravaganti, che  disorientano il soggetto e lo inducono a riflettere sulle proprie condotte.
La tecnica consiste nel rispondere alle provocazioni, non con rimproveri o  punizioni, ma con azioni che possono apparire incomprensibili, come  accostarsi al soggetto e dargli un bacio sul naso, senza dare alcuna  spiegazione e limitandosi ad asserire che si aveva voglia di farlo.
Questa risposta originale vuole di fatto comunicare al bambino due messaggi:
 1) non casco nelle tue provocazioni;
2) sono capace anch’io di provocarti.
- Premiare e Punire attraverso gradagno o perdita di punti
- Piuttosto di dare indicazioni vaghe es. “Comportati bene” o “bravo, oggi ti sei comportanto bene” preferire espressioni come ad esempio “Bravo. Hai apparecchiato la tavola senza fartelo ripetere due volte, ti meriti un premio” .

Dott.ssa Anna La Guzza, psicologa clinico-dinamica,  esperta in prevenzione, diagnosi e trattamento dei  disturbi  dell'apprendimento e del comportamento infantile.

E SE UN GENITORE SI RIFIUTASSE DI FIRMARE E CONDIVIDERE IL PEI? CHE SUCCEDE?

$
0
0
 La risposta la troviamo nel DPR 24.2.94 relativo al  Piano educativo individualizzato. - Nel decreto:
1. Il Piano educativo individualizzato, è il documento nel quale vengono descritti gli interventi integrati ed equilibrati tra di loro, predisposti per l'alunno in situazione di handicap, in un determinato periodo di tempo, ai fini della realizzazione del diritto all'educazione e all'istruzione, di cui ai primi quattro commi dell'art. 12 della legge n. 104 del 1992.
2. Il P.E.I. è redatto, ai sensi del comma 5 del predetto art. 12, congiuntamente dagli operatori sanitari individuati dalla USL e/o USSL e dal personale insegnante curriculare e di sostegno della scuola e, ove presente, con la partecipazione dell'insegnante operatore psico-pedagogico, in collaborazione con i genitori o gli esercenti la potestà parentale dell'alunno.
3. Il P.E.I. tiene presenti i progetti didattico-educativi, riabilitativi e di socializzazione individualizzati, nonché le forme di integrazione tra attività scolastiche ed extrascolastiche, di cui alla lettera a), comma 1, dell'art. 13 della legge n. 104 del 1992.
4. Nella definizione del P.E.I., i soggetti di cui al precedente comma 2, propongono, ciascuno in base alla propria esperienza pedagogica, medico-scientifica e di contatto e sulla base dei dati derivanti dalla diagnosi funzionale e dal profilo dinamico funzionale, di cui ai precedenti articoli 3 e 4, gli interventi finalizzati alla piena realizzazione del diritto all'educazione, all'istruzione ed integrazione scolastica dell'alunno in situazione di handicap. Detti interventi propositivi vengono, successivamente, integrati tra di loro, in modo da giungere alla redazione conclusiva di un piano educativo che sia correlato alle disabilità dell'alunno stesso, alle sue conseguenti difficoltà e alle potenzialità dell'alunno comunque disponibili.

Se è redatto insieme alla famiglia non ci sarà nessun problema per la firma. Se invece la famiglia non è stata interpellata e non gli sta bene può non firmare il documento. 

Per il rispetto del principio di partecipazione della famiglia all'integrazione scolastica, la normativa stabilisce che il Consiglio di classe/intersezione (e la scuola) deve informare la famiglia, fissando un termine per l'acquisizione del consenso del Pei. Trascorso il termine, se non interviene il dissenso espresso, la programmazione e la valutazione si intende accettata.
In caso di diniego, l'alunno deve essere considerato come se non fosse in situazione di handicap.
 

BES, IN QUALI CASI PREDISPORRE UN PDP (PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO)

$
0
0
"Un bisogno educativo speciale è qualsiasi difficoltà evolutiva, in ambito educativo ed apprenditivo, espressa in funzionamento( nei vari ambiti della salute secondo il modello ICF dell'OMS) problematico anche per il soggetto, in termini di danno, ostacolo o stigma sociale, indipendentemente dall'eziologia, e che necessita di educazione speciale individualizzata"   D. Ianes
 
Di seguito, una sintesi dei possibili casi per i quali si può o si deve prevedere la compilazione del suddetto documento per la "categoria alunni con BES" (nella categoria sono comprese tre grandi sotto-categorie: quella della disabilità, quella dei disturbi evolutivi specifici e quella dello svantaggio socio-economico, linguistico, culturale.) :
  1. Alunni con certificazione di handicap che hanno diritto al docente di sostegno (L. 104/92). Per questi alunni va redatto il PDF (Profilo Diagnosi Funzionale) e il PEI (Piano Educativo Individualizzato).
  2. Alunni con certificazione di DSA (Disturbo Specifico di Apprendimento: dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia) che non hanno diritto all’insegnante di sostegno, ma per i quali devono essere individuati strumenti compensativi e misure dispensative (L. 170/2010). Per questi casi, la strutturazione del Piano Didattico Personalizzato costituisce un obbligo preciso del team docente (scuola Primaria e dell’Infanzia) e del Consiglio di classe (scuola Secondaria di I° grado).
  3. Alunni con diverse tipologie di disturbo che non rientrano nei casi certificati dalla L. 104/92 e dalla L. 170/2010 (es. disturbo di attenzione e iperattività, disturbo specifico del linguaggio, disturbo della coordinazione motoria, della disprassia, disturbo dello spettro autistico lieve, funzionamento intellettivo limite). Per questi alunni, i docenti di classe sono autonomi nel decidere se formulare o non formulare un PDP.
  4. Alunni con difficoltà di apprendimento non meglio specificate e che comunque siano oltre l’ordinaria difficoltà di apprendimento. Per tali casi, solo qualora nell’ambito del Consiglio di Classe o del team docenti si concordi di valutare l’efficacia di strumenti specifici per rinforzare e potenziare le abilità deficitarie  potrà essere compilato un Piano Didattico Personalizzato.
  5. Alunni stranieri ultra tredicenni neo arrivati in Italia provenienti da paese di lingua non latina e alunni stranieri che, oltre alle difficoltà linguistiche, presentano anche altre problematiche. Per questa tipologia di apprendenti, solo in via eccezionale e transitoria si provvederà alla formalizzazione dei relativi Piani Didattici Personalizzati, a cura dei Consigli di classe o del team docenti.
Infine, anche per gli alunni in situazione di svantaggio socio-economico, che rientrano a pieno titolo nella categoria dei Bisogni Educativi Speciali quando tale svantaggio influisce negativamente sull’apprendimento, la formalizzazione dei PDP è affidata alla valutazione degli insegnanti di classe.
In linea generale, la rilevazione di una mera difficoltà di apprendimento non è vincolante ai fini dell’attivazione di un percorso specifico e della compilazione  di un Piano Didattico Personalizzato, mentre lo è il disturbo di apprendimento. La differenza tra difficoltà e disturbo sta nel carattere permanente di quest’ultimo, in quanto si tratta di un deficit di origine neurobiologica.
Fatta salva, dunque, la discrezionalità dei docenti rispetto alla stesura del PDP nei casi non certificati di DSA  è comunque compito della scuola predisporre tutte quelle iniziative che possono favorire e garantire maggiori opportunità formative attraverso l’adozione di forme di flessibilità quali i percorsi didattici individualizzati e personalizzati.

DSA E STESURA DEL P.D.P.; SE I GENITORI SI RIFIUTASSERO DI CONDIVIDERE IL DOCUMENTO?

$
0
0
La predisposizione, da parte dei docenti di classe, con l'eventuale aiuto del Referente DSA di Istituto, degli interventi ritenuti idonei a garantire il miglior percorso di educazione scolastica, secondo le indicazioni del DM 5669, è un compito che la scuola deve garantire in ogni caso. L'eventuale non condivisione preventiva e indipendente dal contenuto, da parte dei genitori e/o dell'alunno del contenuto del PDP non esime i docenti dalla sua stesura, che riveste anche la funzione di documentazione della progettazione docente.
Viewing all 647 articles
Browse latest View live


<script src="https://jsc.adskeeper.com/r/s/rssing.com.1596347.js" async> </script>